Quella del rapporto tra LETTERATURA E CINEMA è una tematica privilegiata nella vision dell’Atelier. Non solo per l’ovvia ragione che moltissime pellicole cinematografiche e/o sceneggiati televisivi hanno alle loro spalle delle narrazioni romanzesche, ma anche per le interessanti implicazioni di natura didattica che un Docente può ricavare mettendo in relazione le modalità narrative di un romanzo e quelle del film che ne è stato tratto e considerando, nel contempo, che un prodotto filmico, nel suo statuto di opera multimediale, ha anche ramificazioni assai strette verso ulteriori forme artistiche, quali la musica, le arti figurative e quant’altro. Durante la ricognizione dello sterminato materiale di Mario Pecorari, è apparso chiaro ben presto che esso forniva stimoli e suggestioni anche in questo senso, insieme all’idea che comunque il percorso privilegiato del rapporto letteratura/cinema doveva necessariamente allargarsi alle infinite intersezioni di questi due mondi, andando ben aldilà del materiale del Fondo.
Per iniziare, abbiamo pensato al più “letterato” dei registi del nostro cinema: Mario Soldati. Caso ha voluto che il regista piemontese abbia raggiunto la notorietà realizzando tra il 1941 e il 1942 le versioni cinematografiche di due romanzi di Antonio Fogazzaro, dirigendo le due attrici alle quali Mario Pecorari era più legato: Alida Valli e Isa Miranda. Mai scelta è stata dunque più facile e, contemporaneamente, più inevitabile.
A distanza di un anno circa l’uno dall’altro – 1941 “Piccolo mondo antico”, 1942 “Malombra” – il regista Mario Soldati diresse Alida Valli e Isa Miranda in due film tratti entrambi da romanzi di Antonio Fogazzaro.
In quegli anni il connubio tra letteratura e cinema conobbe altre manifestazioni importanti quali, ad esempio, la realizzazione nel 1941 della celebre riduzione cinematografica de “I Promessi sposi”, con un giovane Gino Cervi a interpretare il personaggio di Renzo.
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Altri film girati da Soldati negli anni precedenti e successivi al ‘41 fecero sì che il regista piemontese venisse inserito nel gruppo dei cosiddetti cineasti “calligrafici”. Il “calligrafismo”, definizione non del tutto scevra da una connotazione negativa, raggruppava un numero ristretto di registi tra i quali
Ferdinando Maria Poggioli, Renato Castellani, Luigi Chiarini, Alberto Lattuada e, naturalmente, Mario Soldati, che avevano in comune l’abituale ricorso a opere letterarie (il più delle volte il romanzo italiano dell’Ottocento o del primo Novecento) come fonte ispirativa, nonché la ricerca di forme cinematografiche molto elaborate e raffinate, che a volte si spingevano sino al culto della bella immagine fine a se stessa.
Va anche aggiunto, d’altra parte, che queste predilezioni dei “calligrafici”, se da una parte implicavano un distacco da temi e motivi legati al presente, dall’altra indicavano indirettamente, almeno in alcuni di loro, il desiderio di non voler affrontare nei loro film la realtà sociale e politica, di quei tempi, per evitare censure o compromissioni con il regime fascista ancora imperante.
Quanto ai rapporti tra Soldati e le due dive, è stato più volte ribadito dal regista stesso, che egli avrebbe preferito Alida Valli anche nel ruolo di Marina di Malombra e che accettò Isa Miranda solo dopo averla sottoposta a un lunghissimo provino, peraltro da lei brillantemente superato. In realtà, le due attrici furono entrambe determinanti per il successo dei film: Alida Valli con la splendida bellezza dei suoi vent’anni seppe vivacizzare il triste intreccio del film; Isa Miranda impegnata in una parte dai risvolti psicologici assai complessi, diede prova di grande maturità artistica. I due film uscirono nelle sale cinematografiche in un periodo particolarmente tragico della storia italiana: a fine maggio 1941, quando uscì “Piccolo mondo antico” stava iniziando l’”Operazione Barbarossa” che avrebbe trascinato centinaia di migliaia di soldati italiani in Russia; nel dicembre del 1942, all’uscita di “Malombra”, stava iniziando l’offensiva del Don e la terribile ritirata dell’esercito italiano in Russia.