Questo capitolo della vita di Mario Pecorari non avrebbe potuto essere scritto senza il contributo essenziale del nipote Roberto, che ci ha indicato dove dirigerci all’interno della variegata galassia amicale che suo zio aveva lentamente costruito nel corso della sua vita di cinefilo. Qui sotto, diamo conto delle amicizie più importanti e profonde che Mario coltivò nel mondo dello spettacolo.
Angelo Francesco Lavagnino
Dopo Ennio Morricone, Lavagnino è stato uno dei più apprezzati musicisti del panorama cinematografico italiano, anche al di fuori dei confini nazionali. Mario Pecorari iniziò a seguire e a studiare il compositore genovese fin dai primi anni ’60, giungendo persino a scrivere un breve saggio critico sulla sua opera (che qui riproduciamo), in cui mette in evidenza la perizia e la professionalità del grande Maestro, dimostrando nel contempo, anche la sua abilità di scrittura. La loro famigliarità prima e profonda amicizia poi, durò per quasi trent’anni senza interruzioni, fino alla morte di Lavagnino avvenuta nel 1987.
Marcello Bonini Olas
Riminese, nato come attore teatrale, la sua versatilità gli permise di passare al cinema, quindi alla televisione con apparente facilità.
Caratterista di grande pregio, incarnava per Mario l’idea stessa dell’attore: abile mestierante di retroscena, tuttavia fondamentale per la realizzazione del film. La loro amicizia, corredata da una fitta corrispondenza epistolare, fu sempre caratterizzata da una reciproca ammirazione.
Valentino Macchi
L’attore bolognese fu un caratterista molto benvoluto e molto apprezzato dal mondo cinematografico degli anni ‘60/’70. L’amicizia con Mario fu profonda e fraterna e durò per decenni. Fu sicuramente anche Macchi, assai ben inserito nello star system di Cinecittà, a introdurvi l’amico Mario.
Nilla Pizzi
La celebre cantante emiliana, protagonista assoluta della musica italiana del periodo a cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, fu amica e frequentatrice di Mario Pecorari che accoglieva talvolta nella sua casa bolognese, quando gli impegni musicali glielo permettevano. Mario provò per lei una profonda ammirazione, essendo lui stesso amante del bel canto e, in generale, della musica leggera italiana di quel periodo, della quale possedeva una ricca collezione discografica.